sabato 14 giugno 2014

IL CASTELLO DI MANTA DI SALUZZO


Il Fai organizza visite dei luoghi più belli della nostra Italia e uno dei Castelli aperti a Pasquetta era il Castello di Manta, Saluzzo.

Manta è una piccola cittadina a soli 6 km da Saluzzo, sovrastata dal bel castello donato nel 1984 dalla proprietaria, la contessa Elisabetta de Rege Thesauro Provana del Sabbione, al Fai Italiano il quale prevede ogni anno a diverse ristrutturazioni. Entro l'anno verrà aperta al pubblico anche la biblioteca!







giardino del castello


La struttura del castello della Manta è frutto di aggregazioni posteriori all'impianto originario del XII secolo.

Numerose sono le sale che lo caratterizzano: in una sala, all'interno di una piccola nicchia è conservato un affresco raffigurante una Madonna del Latte in cui è raffigurata la Vergine Maria nell'atto di allattare Gesù.


L'opera risalente al Quattrocento è opera di un anonimo pittore. Si esclude che possa essere l'anonimo pittore che affrescò la sala baronale.


soffitto di un salone

stemma della famiglia



La sala baronale conserva il più importante ciclo pittorico conservato nel castello della Manta. 
Questo è infatti arricchito da un importante ciclo di affreschi che ne decora le pareti, capolavoro e rara testimonianza della pittura profana tardogotica praticata nell'Italia settentrionale.
L'opera è attribuita all'anonimo pittore Maestro del Castello della Manta.











Il ciclo, completato poco dopo il 1420, raffigura una serie di eroi ed eroine (presumibilmente appartenenti al casato dei Saluzzo) - qui illustrati secondo la tradizione iconografica classica, ebraica e cristiana e raffigurati in preziosi abiti del tempo - e la cosiddetta Fontana di giovinezza, tema questo ripreso dall'antica tradizione dei romanzi francesi medievali.



 I personaggi rappresentati sono ispirati ad un poema scritto da Tommaso III di Saluzzo, le Chevalier Errant e sono in ordine: Ettore, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giosuè, Davide, Giuda Maccabeo, Re Artù, Carlo Magno, Goffredo di Buglione, Delfile, Sinope, Ippolita, Semiramide, Etiope, Lampeto, Tamiri, Teuca, Pentesilea (tutti ancora ben visibili, tranne l'ultima eroina, rimasta mutilata dal crollo dell'intonaco).



























Un'importante testimonianza dell'arte manierista del Cinquecento è invece data dalla Sala delle grottesche, parte dell'appartamento di rappresentanza voluto intorno al 1560 da Michele Antonio della Manta: presenta un soffitto finemente dipinto e decorato con stucchi, grottesche, appunto, rovine antiche, architetture rinascimentali frutto della cultura tipica dell'Italia centrale del tempo.









Fuori dal Castello si trova la piccola Cappella anche lei completamente ricoperta di dipinti e decori.